Il grido del lupo (1)

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Avete presente il Lupo Cattivo in Cappuccetto Rosso, quello che si mangia la nonnina e inganna la povera Cappuccetto? Dimenticatelo.
In questa storia i lupi sono fieri, coraggiosi e fedeli solo al loro branco.

Sono intelligenti e negli anni hanno imparato a nascondersi tra i boschi, finendo per venire dimenticati dalla maggior parte degli abitanti della regione. Purtroppo, il segreto sulla loro esistenza viene infranto e, improvvisamente, gli ultimi lupi della Gran Bretagna si ritrovano a essere le vittime del Cacciatore, un uomo crudele, la cui unica brama lo porta a uccidere senza pietà, per poter collezionare agghiaccianti trofei di specie rare e pregiate. La cruda e inarrestabile caccia miete vittime su vittime, non lasciando nemmeno il tempo di assimilare i fatti.

Il ritmo della narrazione è così veloce da tenere gli occhi incollati alla pagina, desiderosi di scoprire che cosa può ancora accadere. Da una trama che potrebbe sembrare lineare e prevedibile, l’autore è capace di creare l’inaspettato, introducendo eventi dalle molteplici sfaccettature, raccontati da entrambi i punti di vista, quello dell’uomo e quello dell’animale.

Solo nelle ultime pagine, quando ormai la fine sembra certa, l’autore lascia finalmente un po’ di respiro, trasmettendo la profonda angoscia della solitudine mentre si trascina verso l’inevitabile finale: lo scontro tra il Cacciatore e l’ultimo lupo rimasto. Il finale mozzafiato sconvolge tanto quanto il resto della storia e lascia il lettore con il desiderio di volerne ancora.

Il libro Il grido del lupo, di Melvin Burgess, è selvaggio, così come lo sono i suoi personaggi: narra dell’antico, primordiale scontro tra il carnefice e la vittima senza lasciare via di fuga.

Articolo di B-Hook
(A cura di _Valeredazione)

 

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