Writing
AFK
Un libro in poche parole(A cura di _Valeredazione)
Sette minuti dopo la mezzanotte
Un libro in poche parole(A cura di _Valeredazione)
UN NATALE RIBELLE!
Perché consiglieresti questo libro a un amico o a un'amica?Le lettrici e i lettori ribelli vi augurano un libroso Natale 2019 e vi ringraziano per averli seguiti e per aver letto i loro articoli!
Ecco i suggerimenti che i ragazzi vi portano per delle vacanze all’insegna della lettura:
LISTA DI NATALE:
- Speak. Graphic novel – Anderson Laurie Halse –> suggerito da Zag
- Innamorarsi di April – Burgess Melvin –> suggerito da L’educ-attrice
- L’ombra del gattopardo – Festa Giuseppe –> suggerito da Dory018
- Berlin – Geda Fabio/Magnone Marco –> suggerito da Dr. Pazzorf
- L’albero delle bugie – Hardinge Frances –> suggerito da Soff
- AFK – Keller Alice –> suggerito da marty05
- Trilogia delle ragazze – Masini Beatrice –> suggerito da Shadow
- Cécile. Il futuro è per tutti – Murail Marie-Aude –> suggerito da Sunflower
- Clorofilla dal cielo blu – Pitzorno Bianca –> suggerito da Topo da biblioteca
- Il mio inverno a zerolandia – Predicatori Paola –> suggerito da Lullaby
(A cura di _Valeredazione)
CHAOS. La fuga
Un libro in poche parole(A cura di _Valeredazione)
Bianca
Festival e dintorni, Perché consiglieresti questo libro a un amico o a un'amica?“Io sto zitta. Non c’è spazio per il mio rumore”
Bianca è il titolo di un breve libro, di soli 60 capitoli, che con poche parole e molti silenzi riesce a raccontarci una storia unica.
Questa storia è raccontata da Bart Moeyaert, scrittore belga nato a Bruges, nel 1964. Ha scritto il primo libro all’età di 19 anni e, da allora, la sua penna non si è più fermata. Si è specializzato nella letteratura per ragazzi, ma ha scritto anche libri per adulti. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, compreso l’Astrid Lindgren Memorial Award alla carriera nel 2019.
Dopo averlo incontrato a Milano, abbiamo letto il suo libro Bianca, che racconta una storia semplice ma dal significato profondo. La protagonista è una ragazzina di 13 anni che sta affrontando la separazione dei genitori e vive con la madre e il fratellino affetto da una patologia al cuore. Proprio per questo motivo, tutte le attenzioni sono rivolte verso di lui e Bianca non si sente capita. Ad aiutarla è il suo rifugio segreto dove disegna per ore, riuscendo a non pensare a ciò che la fa stare male. Un pomeriggio, però, le cose cambiano e la visita di una persona speciale la fa ravvedere e riflettere sul significato della parola scusa. Concetto, al giorno d’oggi, privato del suo valore e usato a sproposito.
L’intero libro è un viaggio introspettivo nella mente della protagonista e più in generale dentro quella di un qualsiasi adolescente, perché in fondo tutti almeno una volta ci siamo trovati ad affrontare un problema da soli. La soluzione è dentro di noi e, anche se è ben nascosta, c’è sempre qualcuno pronto ad aiutarci a portarla allo scoperto.
Bianca viene definita intrattabile finché persino lei si convince di esserlo. La ragazzina si sente l’inizio, la causa e il problema; ma in realtà anche non provare a capire qualcuno è un modo di trattare una persona. Sua madre, infatti, non riesce a vederla per come è, allontanata dalla scontrosità e dalla riservatezza. Spesso Bianca si domanda: “Cosa ci faccio qui? Niente ha un senso”. È come un pittore che non riesce a trovare la tela giusta per dipingere e quindi la lascia semplicemente vuota.
Di questo libro abbiamo apprezzato non solo la trama, ma anche la scrittura di Bart Moeyaert: precisa, chirurgica. Le parole sono dirette come la punta di un dardo e potenti come un nugolo di frecce. Nel libro i silenzi sono importanti quanto le parole, resi da spazi bianchi che permettono ai lettori di respirare e riflettere. L’autore li inserisce come forma di rispetto e fiducia verso chi legge. Durante la lettura ognuno acquista il ritmo del libro, ne segue il respiro. Il lettore viene coinvolto nonostante non ci siano particolari colpi di scena, ma semplicemente il racconto di un normale pomeriggio estivo di una ragazzina.
Ma forse la magia che Moeyaert è riuscito a creare è proprio questa: parlare della quotidianità rendendola straordinaria.
Articolo di Soff, Lullaby, Zag e JulieJane
(A cura di _Valeredazione)
Anime scalze – Il concetto della realtà
Il lettore politicamente scorrettoIl punto di vista di Lullaby
La vita è come una matassa, un gomitolo di anime intricate fra loro: più una tira per allontanarsi, più un’altra si avvicina.
Ercole è un ragazzo di 15 anni, con un nome forte e sicuro, una vita forse un po’ meno. Un padre poco presente, una mamma scomparsa, i primi amori… forse a causa di tutto ciò Ercole è costretto a crescere da solo, affrontare i propri mostri nascosti nelle crepe dei muri e diventare grande.
Perché a volte gli adulti sono confusi, non sanno sempre decidere cos’è meglio per loro è per gli altri, e passano questa confusione ai figli. È a questo punto che interviene Ercole, dando qualche colpo alla sua palla da biliardo per vedere dove questa lo conduce.
Fabio Geda, in Anime scalze, ha una scrittura coinvolgente e usa le parole solo quando ha davvero qualcosa da dire, proprio come Ercole. Scrive in un modo nudo e crudo, ma ogni tanto ci sono delle frasi più dolci, delle perle di miele, che ti obbligano a fermare un attimo gli occhi prima di riprendere vorace la lettura.
Questo libro ti racconta semplicemente le cose così come sono, senza giri di parole di cui non c’è bisogno. Non è un mondo perfetto, ma è un mondo reale: le persone non sono bianche vesti immacolate; sono abiti cuciti, rattoppati, strappati e ricamati.
Il punto di vista di Book Raider
Anime Scalze, di Fabio Geda, mi pare un libro quasi inappropriato da quanto è fedele alla realtà, anche se allo stesso tempo sembri la voglia mutilare.
I personaggi appaiono vivi eppure vengono collocati in un insieme di vicende che tolgono loro la fedeltà al reale. E’ difficile creare empatia con essi. Ogni cosa, che il giovane protagonista Ercole prova a fare, finisce sempre per rivelarsi la decisione sbagliata e questo, come un tornado, rovina le vite delle persone che gli sono attorno.
Oltre al personaggio, non ho apprezzato molto la scelta della storia. Nella prima parte il libro è molto lento e solo verso la fine comincia un avvicendarsi di eventi che sconvolgono completamente la narrazione, senza dare una reale spiegazione ai fatti accaduti. Inoltre gli eventi, agli occhi di un adolescente, sembrano troppo assurdi e forse per questo è difficile immedesimarsi nel personaggio.
Per quanto nell’insieme la storia non mi abbia rapita, lasciandomi imprigionata nelle lettere della pagina; la scrittura è ottima e molto scorrevole e forse grazie a questo sono riuscita a terminare il libro, rimanendo però sempre molto distaccata.
(A cura di _Valeredazione)
Bulle da morire
Perché consiglieresti questo libro a un amico o a un'amica?Il libro Bulle da morire, di Emanuela Da Ros, narra di due ragazze di prima liceo: Stefania e Giada, due migliori amiche che hanno passato la vita insieme.
Un giorno, però, le ragazze più popolari della classe, Eli e Bea, cominciano a deridere ed emarginare Giada e costringono Stefania a unirsi a loro per non perdere la considerazione della classe. Lei comincia a frequentarle, finché una sera in discoteca, la situazione precipita.
Questo libro mi ha veramente emozionato perché, con una scrittura molto scorrevole, fa trasparire i pensieri, i sentimenti e le opinioni di Giada e mi ha fatto entrare completamente nel suo mondo.
Mi ha dato molto fastidio la scelta di Stefania di scegliere le due bulle al posto della sua migliore amica e il finale non è mi molto chiaro. In compenso mi è piaciuta tantissimo la scena del libro in cui Giada si sfoga con le bulle dicendo che cosa pensa veramente di loro.
Articolo di marty05
(A cura di _Valeredazione)
Se la tua colpa è di essere bella
Perché consiglieresti questo libro a un amico o a un'amica?L’universo dei sentimenti di Valerio
Il romanzo Se la tua colpa è di essere bella, di Giuliana Facchini, narra di un ragazzo quasi diciassettenne di nome Valerio, sempre accompagnato dai suoi inseparabili amici Carlos e Lavinia. I tre si ritrovano dopo la scuola a giocare e chiacchierare e la madre di Valerio, Cate, li ospita sempre volentieri a casa sua. Il ragazzo è innamorato di una donna di trentacinque anni, Elena De Maio, che considera come una dea e a cui scrive delle lettere anonime, spesso d’amore.
Un giorno la ragazza più bella del liceo, Laura Sagassi, viene aggredita a una festa e un ragazzo, Marco Benna, la salva. Nei giorni immediatamente successivi all’accaduto i ragazzi del liceo riflettono sulla violenza contro le donne in classe. Sfortunatamente, poco dopo, la sorellina di Carlos, Carmen viene quasi investita e portata in ospedale per accertamenti. Valerio si accorge che in quell’ospedale viene ricoverata anche Elena che il ragazzo, però, comincia a vedere con occhi diversi.
Il libro ti trasporta nell’universo di Valerio, ti fa provare le sue sensazioni e i suoi sentimenti in questo periodo difficile. Ho trovato particolarmente interessante la storia, legata alla realtà della violenza sulle donne, vista attraverso gli occhi di un ragazzo del liceo e narrata con una scrittura che fa trasparire le sue emozioni . Inoltre, mi hanno colpito le lettere molto profonde scritte da Valerio per Elena, che riflettono a pieno i sentimenti che il ragazzo prova.
Articolo di marty05
(A cura di _Valeredazione)
Te la sei cercata – La decisione finale
Il lettore politicamente scorrettoQUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER
Il punto di vista di JulieJane
Te la sei cercata, romanzo della scrittrice Louise O’Neill, colpisce inizialmente per la sua scrittura distaccata e senza filtri, con la quale cerca di descrivere al meglio il mondo interiore di una ragazza di 18 anni. Violentata e in seguito disprezzata e ripudiata, non solo dalla società, ma anche dalla sua famiglia; lasciata sola in balia dei suoi demoni che la spingeranno a tentare il suicidio più di una volta.
La scrittrice sembrerebbe rimanere indifferente nel cercare di non scandalizzare il lettore, anzi forse è proprio questo il suo obiettivo: mettere chi legge a contatto con la realtà, molto spesso sessista, dove raramente il lieto fine è assicurato e quasi sempre la colpa è attribuita alla donna.
Ciò che è stato maggiormente criticato di questo libro è il finale, nel quale la protagonista prenderà una decisione che la farà vedere sotto un altro aspetto e per questo sarà molto contestata. Questa storia rende possibile vivere attraverso gli occhi di una ragazza che in poco tempo vedrà crollare tutto il suo mondo e, con esso, le sue certezze e sicurezze.
Appena chiuso il libro la domanda sorge spontanea “Se l’è veramente cercata?”. Ovviamente la scrittrice ha voluto scegliere come protagonista una ragazza che non sembra essere del tutto innocente e che usa costantemente la propria bellezza per umiliare gli altri, quella bellezza che sembra essere stata la causa della sua rovina. Per questo motivo molti lettori sono arrivati perfino a odiarla e a giudicarla, forse anche troppo duramente, dimenticando che ogni storia ha più versioni che rappresentano molteplici verità.
Il punto di vista di Book Raider
Ho sempre creduto che da ogni libro si potesse imparare qualcosa, che anche dai peggiori si riuscisse a estrapolare una qualche “legge di vita” che sarebbe entrata a far parte della nostra coscienza umana. Questo mio credo si è, invece, sfatato dopo aver letto questo libro.
Te la sei cercata è un romanzo nel quale viene narrato di un atto di abuso nei confronti di una ragazza incosciente di nome Emma. Nella maggior parte del libro, la scrittrice narra della sua reazione successiva, o meglio della sua non-reazione, che la porterà a una drastica e insensata decisione finale.
La violenza sulle donne è sempre stato un argomento a me assai caro e delicato; sarà per empatia femminile o intolleranza per le ingiustizie, rimane il fatto che secondo me una donna, o una ragazza, dovrebbe sempre riuscire a rialzarsi dopo aver subito questi atti. Da questo libro passa invece un messaggio che, per quanto più fedele alla realtà, non incita alla reazione.
Una donna diventa vittima solo se decide di arrendersi, perché per quanto duro sia da ammettere, la figura dell’uomo prepotente farà sempre parte della nostra società, ma possiamo invece sradicare quella della donna debole e oppressa.
(A cura di _Valeredazione)
