Eleanor Oliphant sta benissimo

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Eleanor Oliphant sta bene, anzi benissimo. Non ha bisogno di nessuno e nessuno ha bisogno di lei, o almeno è quello che si continua a ripetere.

Eleanor è strana e lei lo sa. E’ fredda, cinica, incapace di rapportarsi con gli altri e priva di empatia. Lei stessa si rivede in Jane Eyre, una bambina solitaria e impacciata, costretta ad affrontare tanto dolore, ma queste sono solo le conseguenze di chi  è rimasto solo per troppo tempo e non sa più cosa significhi amare.

Per Eleanor ogni giorno  è uguale al precedente: da nove anni lavora nello stesso ufficio come contabile, nella pausa pranzo fa le parole crociate e si prende cura di Polly, la sua piantina. Il venerdì prima di tornare a casa prende una pizza margherita, del Chianti e due bottiglie di vodka che le fanno compagnia durante il weekend, fin troppo lungo. Bere infatti l’aiuta a dimenticare, ed è proprio quello che serve a Eleanor che cerca in ogni istante di dimenticare il passato che da anni la tormenta.

Nonostante questa società si basi su pregiudizi e stereotipi e la gente non faccia altro che giudicare basandosi unicamente su ciò che vede, Eleanor rimane sempre fedele a se stessa, non si nasconde dietro strati di trucco, bei vestiti o un sorriso smagliante solo perché è quello che gli altri vogliono vedere, ma per se stessa. A causa della sua diversità viene spesso presa di mira, emarginata. Le persone le lanciano occhiate, bisbigliano e la evitano, tanto che a volte lei stessa crede di essere solo un frammento della propria immaginazione poiché sono i legami che instauriamo con gli altri a farci sentire vivi, importanti e necessari. In fondo noi non siamo e non saremo mai abbastanza per la nostra felicità.

Una felicità che Eleanor sembra non aver mai conosciuto, forse è per questo che ci affascina dalla prima all’ultima parola perché Eleanor Oliphant è una protagonista in cui tutti si possono riconoscere. C’è un po’ di Eleanor in ognuno di noi, che combattiamo perennemente contro una società costituita da stereotipi ed etichette, dove non c’è posto per il “diverso”  e tentiamo di farci accettare pur sapendo che se non accettiamo noi stessi, neanche gli altri lo faranno.

La vita di Eleanor viene stravolta quando un giovedì sera in un pub si innamora di un cantante, Johnnie Lomond, per il quale sviluppa una sorta di ossessione, definendolo “l’uomo perfetto”, colpita sia dalla sua bellezza che dalla sua voce. Non sempre, però, come appariamo rispecchia ciò che siamo.

Il giorno della settimana che odia di più è il mercoledì, “l’ora della mamma” che la chiama dalla prigione. Eleanor infatti è succube di sua madre da cui riceve solo parole di disprezzo e odio, ma pur sapendo che ogni insulto, offesa e affronto nei suoi confronti la sta lentamente distruggendo, non riesce ancora a lasciarla andare. In fondo è l’unico relazione che ha, e ogni volta che il telefono squilla nel suo piccolo appartamento i suoi legami con la terra si stringono un po’ di più e la sua vita sembra meno vuota. Questa sua inesorabile routine che caratterizza le sue giornate sarà spezzata da Raymond, il suo primo vero amico, che riuscirà ad andare oltre la corazza che Eleanor ha costruito per proteggersi dagli altri e da se stessa. Raymond le insegnerà ad amare, a vivere e ad essere amata. Riuscirà a guarirla da cicatrici che sembravano troppo profonde per richiudersi e la aiuterà ad affrontare la cosa che più la spaventa il suo passato.

Grazie a Raymond, Eleanor ritornerà a sorridere e ad aprirsi con gli altri, lui le farà capire che il mondo non è solo bianco o nero. Il loro rapporto è e rimarrà sempre abbastanza incerto, perennemente in bilico fra una semplice amicizia o qualcosa di più. Tramite Raymond, Eleanor non solo capisce che il mondo segue regole del tutto illogiche per lei, ma conosce anche Sammy, un uomo anziano colpito da un malore che lei e Raymond soccorrono, in cui ritrova una figura paterna. Sammy fa crollare le sue certezze rivolgendole per la prima volta un gesto gentile che la sorprende. Eleanor non riesce a capire come mai una semplice carezza sul viso posso averla turbata così tanto, qualcosa dentro di lei si era mosso, qualcosa che non poteva più ignorare.

Finalmente si accorge di una cosa, che lei Eleanor Oliphant non stava bene, affatto. Anche lei come ogni altra persona ha bisogno di amore nella sua vita e forse è ora di imparare davvero a stare bene.

Articolo di JulieJane
(A cura di _Valeredazione)

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