Fai rumore

Perché consiglieresti questo libro a un amico o a un'amica?

Nove storie per osare. E’ questo il sottotitolo di Fai rumore, nuova graphic novel de Il Castoro. Ma cosa significa osare, per queste ragazze? Ragazze messe faccia a faccia con modelli da copertina, manipolazione, omofobia, bullismo e relazioni tossiche. Leggendo, quell’angoscia, quel disagio, quella solitudine mi sono penetrati nelle ossa. Le giovani donne, spesso anche senza nome, potrebbero essere ognuno di noi, quando provano a piegarci e noi rialziamo il capo, quando ci sentiamo fragili ma scegliamo di chiedere aiuto. 

Ogni racconto è caratterizzato da un proprio stile di scrittura e illustrazione, il che può mettere in confusione, ma simboleggia la diversità di queste storie, facendo comunque risaltare il filo rosso che le accomuna. Ho trovato questo particolare molto inusuale e originale. Nonostante i racconti siano molto brevi, quindi estremamente scorrevoli nella lettura, il vero punto di forza di questo libro è la sua versatilità a calarsi nelle vite di ognuno/a di noi. Anche tornare a casa da sole con il buio può diventare pericoloso e pieno di insidie. La violenza, psicologica e fisica, spesso si nasconde dietro un angolo, un volto amico, un video, una figura che dovrebbe essere un punto di riferimento e si rivela possessiva. Queste forme di violenza vanno combattute in ogni contesto, come le protagoniste provano a fare nel loro piccolo quotidiano. 

Articolo di Wiki <3
A cura di _Valeredazione
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la bestia dentro

La bestia dentro

Perché consiglieresti questo libro a un amico o a un'amica?
La paura è un’emozione che tutti proviamo.

Di per sé, è un sentimento positivo poiché ci protegge da possibili fonti di pericolo, ma cosa succederebbe se venisse portata allo stremo, se si iniziasse a temere ogni singola cosa, persino le persone? 
È ciò che succede a Elliot, il protagonista de La bestia dentro, il nuovo romanzo di Kevin Brooks, edito EDT Giralangolo. 

Una perdita insolita e prematura ha generato in Elliot una presenza, una vera e propria bestia che si configura come la paura più grande, la paura della paura stessa. Negli anni ha capito come controllarla, ma arriva per lui il momento di affrontarla in campo aperto, senza l’aiuto di niente e nessuno. Per la prima volta è da solo a lottare, spinto dall’esigenza di salvare le persone che ama maggiormente.

Per quanto le vicende si svolgano in un’ambientazione esterna, la vera anima del libro è il viaggio interiore del protagonista; infatti per quanto il romanzo possa essere definito un thriller, presenta una profonda analisi psicologica che porta i lettori a confrontarsi con le loro parti più buie, il lato oscuro presente in ognuno di noi e l’ambiguità della morte. La storia di Elliot si intreccia con quella del cugino Gordon, anche lui alla ricerca di se stesso o comunque di un’altra parte di sé. Le pagine sono dominate da un’atmosfera cupa e fredda già suggerita perfettamente dai toni della copertina. La scrittura scorrevole e fluida trascina con frenesia in una lettura vorace che tiene il lettore sulle spine fino all’ultima parola.

Riuscirà Elliot a domare le sue angosce? 

Articolo di Soff
A cura di _Valeredazione
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Gli sbagliati del Dubai di Daniela Palumbo

Perché consiglieresti questo libro a un amico o a un'amica?
Recensione a tre voci: Valentina, Anna ed Elisa

Spesso si considera che i ragazzi non pensino ad altro che a divertirsi; insomma alla loro, alla nostra, età non si hanno problemi, o almeno così la società spesso ci rappresenta: sfaticati che trovano ogni scusa buona per lamentarsi. Ma “gli 8 del Dubai” direi proprio che hanno deciso di abbattere, di distruggere e disintegrare questo pregiudizio; il loro dolore, la loro rabbia, la loro voglia di urlare sono trasudati da queste pagine, entrati nell’inchiostro, tracciando la netta frattura che si delinea nel cuore del lettore. (Valentina – 18 anni)

Tutto ha inizio in un centro commerciale, primo luogo di ritrovo che viene in mente a dei ragazzi per la fuga perfetta da scuola, ma che sarà solo il punto di partenza per una giornata che li segnerà più di quello che credevano. Da compagni ad amici. Perché alla fine è questo che diventano: una manciata di ragazzi che decide di balzare scuola, ognuno con un segreto diverso, ognuno impegnato a nascondere un dolore, si vede diventare in poco tempo un gruppo. Per loro è qualcosa che non si può spiegare a parole ma che li fa sentire bene; sulla spiaggia di un posto qualsiasi si crea un legame fatte di scoperte, risate, lacrime. (Anna – 17 anni)

Ma chi sono questi Sbagliati? Otto anime in cerca di ristoro, di un posto in cui sentirsi a casa, un gruppo in cui sentirsi famiglia. Forse la trovano, forse no, ma certamente l’avventura che vivono colmerà un poco quel vuoto che li attanaglia. Ognuno con l’aiuto dell’altro riesce a richiudere, magari anche solo di poco, quel suo buco nero che ha risucchiato energie e felicità. (Valentina)

Gli sbagliati del Dubai parla di sopravvivenza, di rinascita. Tutto può cambiare, e se a farlo non è ciò che succede intorno a noi può esserlo invece il nostro modo di vederlo, affrontarlo, condividerlo con chi ci sta attorno. (Anna)

In quest’ultimo romanzo di Palumbo, si parla di amicizia, di avventura ma anche di dolore, un dolore che prende varie sfaccettature ma che può attaccare ognuno di noi. (Valentina)

Forse una degli aspetti che ho apprezzato di più è stato notare come i ragazzi si parlavano l’un l’altro: all’inizio timorosi e divisi, pieni di pregiudizi detti senza pensarci, e in realtà vuoti di quelle parole che volevano uscire davvero. Pian piano ognuno di loro ha fatto capolino, prima una confessione timida, poi un racconto al buio; narrare le loro storie è stato come alleggerirsi di un peso, condividerlo, avvicinarsi un po’ di più a quelle nuvole disegnate da Monique. È solo grazie a questo viaggio che vengono fuori quelle debolezze e paure che sembravano inesistenti da fuori. È solo con il buio che ognuno di loro capisce quanto in realtà voglia rimanere attaccato alla vita. Come Maya è “riparatrice” per sua mamma questo gruppo si sorregge a vicenda, incerto, uno più traballante dell’altro ma proprio per questo unito. (Anna)

Devo essere sincera, parlare di questo libro non è stato facile, sono stata molto combattuta sulla direzione in cui avrebbe peso la bilancia: se da un lato abbiamo un romanzo travolgente, emozionante ma anche duro; dall’altra la superficialità con cui sono stati trattati determinati temi è sconcertante. Certo, dalle parole si è compreso il dolore, la sofferenza e in tutta onestà ho apprezzato come il tema della droga e dell’overdose sia stato trattato in un romanzo YA; allo stesso tempo, però, ho notato la voglia in qualche modo di fare troppo. Mettere tutta questa carne al fuoco, senza spiegazioni, senza conclusioni, beh non ha fatto altro che bruciare e con essa sono bruciate anche un po’ le mie aspettative sul libro. Come spesso succede nei romanzi per ragazzi, gli autori sentono il bisogno di alzare le aspettative per scrollarsi di dosso l’ombra della loro categoria di lettori, e spesso ciò porta al voler mettere troppe “tematiche pesanti” senza però dare le adeguate spiegazioni. Questa è l’unica pecca di un libro che a mio parere dovrebbe comunque essere letto: poco meno di 200 pagine e si può percorrere un viaggio nel tortuoso cuore di un adolescente, o anzi in quello di otto, scoprendo forse aspetti anche di noi stessi, che non ci saremmo mai aspettati. (Valentina)

Lo stile veloce e lineare accompagna questa avventura, parole che vogliono essere lette tutte d’un fiato come per loro è stata quella giornata; i dialoghi forse sono meno realistici, a mio parere appesantiti da espressioni come “amo” e “tesoro”. Ho notato sicuramente un rimando con A un passo dalle stelle: la ricerca di sé stessi e di una propria identità in un mondo che ti fa sentire sbagliato, un viaggio con persone “sconosciute” che alla fine non lo sono più. È un libro che consiglierei principalmente alla fascia delle medie, leggero e continuo. (Anna)

Gli sbagliati del Dubai è un libro forte ma molto bello, che tocca i problemi principali che i ragazzi e le ragazze più sfortunati si trovano a dover affrontare. Le sensazioni dei personaggi, la loro storia e il loro modo di essere trapelano dalle parole che essi dicono. Mi è piaciuto molto anche la sensazione di avventura che si percepiva leggendo questo libro. Tutti quanti loro sono rinchiusi nel loro guscio, troppo feriti dalla crudeltà del mondo per fidarsi dei loro amici. Consiglierei questo libro a qualcuno che ha bisogno di sfogarsi su una situazione pesante, per fargli capire che non è il solo o la sola a dover affrontare questi problemi. Siamo tutti umani, tutti facciamo errori, tutti incontriamo sofferenze che riusciamo a superare soprattutto grazie alla nostra forza e al sostegno di chi ci vuole bene. (Elisa – 13 anni)

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Cris

Perché consiglieresti questo libro a un amico o a un'amica?
Cris è il nuovo romanzo di Manuela Salvi, edito Fandango. L’autrice torna ad affrontare alcuni temi tabù che la nostra società continua a voler nascondere nonostante siano parte integrante della natura umana. 

Lorenzo sembra avere una vita perfetta, quella che tutti desiderano ma di cui i più ne ignorano i lati oscuri. Sempre schiavo della volontà della madre, privato del potere decisionale sia nelle scelte più banali che nelle più importanti, il ragazzo decide di fuggire alla ricerca della libertà. Si accorge ben presto di aver vissuto fino a quel momento in funzione degli altri, cercando di rispettare le loro aspettative e facendo ciò che ci si aspettava da lui. Per molto tempo ha vissuto passivamente, ha soppresso e rinchiuso in un angolo nascosto della sua anima ogni sua opinione, ogni suo reale sentimento.

Piano piano, però, questi si sono accresciuti e, unendosi alla rabbia e all’odio, sono esplosi espandendosi in tutto il suo corpo dandogli la forza di lottare per la libertà. La libertà di poter decidere per se stesso e per la sua vita, senza doversi confrontare con nessuno e senza dover motivare le sue scelte. Per un attimo si trova finalmente da solo contro il mondo, non è facile, ma assapora la felicità. Costretto a qualsiasi condizione per sopravvivere, si apre per lui una nuova fase della sua vita, una rinascita simboleggiata dal cambio di nome che innalza una barriera tra il vecchio Lorenzo e il nuovo Cris.

L’avventura lo porterà alla conoscenza di sé e di persone speciali che gli faranno capire che non esiste solo la famiglia propriamente detta, i cui membri sono legati da vincoli di sangue. 

Quella dell’autrice è una sfida vinta in partenza contro il politicamente corretto. La scrittura briosa e audace affronta temi caldi con naturalezza, senza mai cadere nel volgare o nell’offensivo. Essa scava nell’interiorità dei personaggi stimolando profonde riflessioni. La narrazione scorre veloce all’inseguimento della libertà tanto ambita dal protagonista e in fondo da tutti noi. Altamente espressive, le frasi parlano direttamente al cuore del lettore facendogli assaporare il gusto della libertà e di conseguenza della vera felicità, monito a non rinunciare mai ai propri desideri.

Articolo di Soff
A cura di _Valeredazione
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Festivaletteratura 2021: here we go again!

Senza categoria

Potevamo noi lettori ribelli mancare al Festival della Letteratura di Mantova questo 2021? Certo che no! Nonostante l’anno passato ci abbia posto di fronte a numerose difficoltà, Leggere Ribelle è ritornato anche quest’anno, ancora più entusiasta di vivere il Festival in presenza.

Il festival è stato luogo d’incontro, da una parte, di grandissimi lettori e, dall’altra, di brillanti autori e autrici (anche internazionali).

Difatti, al primo incontro a cui abbiamo partecipato, abbiamo avuto il piacere di incontrare nuovamente l’autrice Benedetta Bonfiglioli, dopo Mare di Libri, e anche la spettacolare Marie-Aude Murail, le quali hanno risposto alle numerose domande da parte del pubblico, che si è detto molto soddisfatto delle esaurienti e profonde risposte ricevute.

L’evento ha inoltre riguardato l’antologia Read-On e i libri inseriti all’interno della stessa; è seguito poi un commento di Anna Mutinelli, in rappresentanza del gruppo, riguardo la nostra contentezza per la varietà di generi letterari che si possono trovare nell’antologia.

Al secondo incontro a cui abbiamo partecipato abbiamo incontrato la scrittrice irlandese Louise O’Neill. In quest’appuntamento, condotto da Alice Torreggiani, abbiamo discusso dei suoi tre libri pubblicati in Italia: “Solo per sempre tua”, “Il silenzio dell’acqua” (Perché lo consiglieresti a un amico?) e “Te la sei cercata” (Il lettore politicamente scorretto). 

Attraverso le domande di Alice, O’Neill ci ha presentato i suoi libri, raccontandoci eventi della sua vita che l’hanno portata a scriverli e della tematica della fan fiction. Quest’anno O’Neill è stata una delle protagoniste del progetto Read On, con il suo romanzo “Solo per sempre tua”

Sono seguite le domande del pubblico, che ci hanno portato a ragionare su alcuni temi inerenti ai suoi libri, tra cui la difficile interpretazione del concetto normalità di oggi e di altre tematiche, che spesso, per paura o per vergogna, non si affrontano.

All’evento è seguito il firma copie dei libri degli autori incontrati, al quale noi lettori abbiamo partecipato, guadagnandoci anche una foto con Louise O’Neill.

Accaldati ma felici, noi lettori ribelli abbiamo fatto ritorno a casa, pienamente soddisfatti di questa giornata, ripensando ai momenti trascorsi e felici di aver potuto partecipare tutti insieme, ma soprattutto in presenza, al Festival della letteratura 2021.

Articolo di Sery e Iddy
A cura di _Valeredazione
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Caldo

Perché consiglieresti questo libro a un amico o a un'amica?
Breve ma intenso, coinvolgente e travolgente, diretto e scottante.

Il primo romanzo dell’autore Victor Jestin, Caldo, edito e/o, racconta di Léonard, ragazzo in vacanza in campeggio con la famiglia, costretto a stare a stretto contatto coi suoi coetanei dai quali si sente così diverso per passioni e interessi. Una notte però è sufficiente a cambiare tutto, è il punto di rottura che trasforma la sua tranquilla vacanza in un continuo logorarsi dal senso di colpa.

Il protagonista rimpiange di non aver fatto nulla e allo stesso tempo di aver fatto tutto e decide di non raccontare nulla a nessuno, ma ciò che è accaduto è troppo grave. Non può condividere con nessuno la sua sofferenza che man mano lo schiaccia sempre più. L’atmosfera che si respira al campeggio, isola felice completamente sconnessa dal mondo esterno, circondata da un mare di tragedia e problemi che non arrivano mai a toccarla e violarla, non lo aiuta. Quella falsa e apparente felicità che vige tra le famiglie porta lui, e non solo, all’esasperazione. Ogni sensazione è amplificata dal caldo esagerato che rende difficile qualsiasi cosa.

L’autore utilizza un linguaggio semplice ma molto forte e diretto, senza giri di parole. Le frasi colpiscono una dietro l’altra, sempre più duramente in un crescendo d’angoscia. La scrittura scorrevole tiene il lettore incollato alle pagine, curioso di sapere le prossime azioni di Léonard e come tutto andrà a finire.  Le emozioni provate dal protagonista sono reali e tangibili e permettono al lettore di immedesimarsi sin da subito in lui per accompagnarlo nella vicenda. L’incipit sconvolgente preannuncia la lettura di un romanzo intenso che, come l’estate di Léonard, sarà difficile da dimenticare.

Articolo di Soff
A cura di _Valeredazione
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StepSister

Perché consiglieresti questo libro a un amico o a un'amica?
In una storia di invidia e rimpianti, in un incrocio tra fantasy e fiaba, le due famose sorellastre di Cenerentola diventano personaggi a tutto tondo, ridotte però, dal mondo, a ciò che sono da sempre e a ciò che non potranno mai essere.

La loro storia, infatti, ricalcando la conosciutissima fiaba, sembra sia già stata scritta per loro. Non possedendo la bellezza risplendente della sorellastra Ella, vengono offuscate fino a provare un odio profondo per quest’ultima perché “talvolta è più facile dire che si odia ciò che non si può avere piuttosto che ammettere quanto fortemente lo si desidera”.

Dopo l’atto estremo di mozzarsi le dita dei piedi per entrare nella famosa scarpetta di cristallo, le sorelle si trovano a dover fare i conti con le loro azioni e, odiate da tutti, a ritrovare se stesse.

“Una bella ragazza deve piacere al mondo, ma una brutta? È libera di piacere soltanto a se stessa”.

Nella lotta tra il destino inalterabile e la forza di cambiarlo, impersonificati dalle Moire e dal marchese De la Chance, Isabelle avrà la possibilità di ritrovare i pezzetti del suo cuore e far avverare un suo desiderio.

Personalmente ho adorato la scrittura di Donnelly, cruda in alcuni momenti e delicata in altri, ricca di metafore articolate e chicche così cariche di significato da dover essere appuntate su un block notes per non perderne la profondità scorrendo le pagine. Ha riscattato due figure viste da tutti, pure da noi lettori, in maniera negativa, permettendoci di apprezzarle in tutte le sfaccettature del loro carattere.

Una pecca, a parer mio, sta nel fatto che, forse in maniera volontaria, è riuscita a provocare nel lettore la stessa confusione di Isabelle davanti alle sue più profonde volontà in quanto pure io non riuscivo a capire fin dove arrivasse l’influenza della madre, che lei cercava di contrastare, e dove invece fossero sue convinzioni, sottolineando così le sue incoerenze.

In definitiva, StepSister di Jennifer Donnelly è un continuo spunto di riflessione trasmettendo il messaggio che la bellezza non si ferma all’estetica, ma si trova invece nella forza interiore e nella nostra consapevolezza di possederla.

Articolo di Meri_nga
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(A cura di _Valeredazione)