Breve ma intenso, coinvolgente e travolgente, diretto e scottante.
Il primo romanzo dell’autore Victor Jestin, Caldo, edito e/o, racconta di Léonard, ragazzo in vacanza in campeggio con la famiglia, costretto a stare a stretto contatto coi suoi coetanei dai quali si sente così diverso per passioni e interessi. Una notte però è sufficiente a cambiare tutto, è il punto di rottura che trasforma la sua tranquilla vacanza in un continuo logorarsi dal senso di colpa.
Il protagonista rimpiange di non aver fatto nulla e allo stesso tempo di aver fatto tutto e decide di non raccontare nulla a nessuno, ma ciò che è accaduto è troppo grave. Non può condividere con nessuno la sua sofferenza che man mano lo schiaccia sempre più. L’atmosfera che si respira al campeggio, isola felice completamente sconnessa dal mondo esterno, circondata da un mare di tragedia e problemi che non arrivano mai a toccarla e violarla, non lo aiuta. Quella falsa e apparente felicità che vige tra le famiglie porta lui, e non solo, all’esasperazione. Ogni sensazione è amplificata dal caldo esagerato che rende difficile qualsiasi cosa.
L’autore utilizza un linguaggio semplice ma molto forte e diretto, senza giri di parole. Le frasi colpiscono una dietro l’altra, sempre più duramente in un crescendo d’angoscia. La scrittura scorrevole tiene il lettore incollato alle pagine, curioso di sapere le prossime azioni di Léonard e come tutto andrà a finire. Le emozioni provate dal protagonista sono reali e tangibili e permettono al lettore di immedesimarsi sin da subito in lui per accompagnarlo nella vicenda. L’incipit sconvolgente preannuncia la lettura di un romanzo intenso che, come l’estate di Léonard, sarà difficile da dimenticare.
Articolo di Soff
A cura di _Valeredazione
